Giuseppe Mazzini: diferència entre les revisions

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Alcuni storici hanno fatto risalire la concezione religiosa di Mazzini all'educazione ricevuta dalla madre fervente [[giansenismo|giansenista]] ma in vero la visione religiosa di Mazzini non coincide con quella di nessuna religione [[rivelazione|rivelata]].
 
Egli è convinto che sia ormai presente nella storia un nuovo ''ordinamento divino'' nel quale la lotta per raggiungere l'unità nazionale assume un significato provvidenziale. «''Operare nel mondo significava per il Mazzini collaborare all'azione che Dio svolgeva, riconoscere ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio''» .<ref> A.Omodeo, Introduzione a G.Mazzini, ''Scritti scelti'', Mondadori, Milano 1934</ref> . Per questo bisogna «''mettere al centro della propria vita il dovere senza speranza di premio senza calcoli di utilità.''» (A.Omodeo, op.cit.). Quello di Mazzini era un progetto politico ma mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nessuna avversità avrebbe potuto indebolire. «''Raggiunta questa tensione di fede , l'ordine logico e comune degli avvenimenti veniva capovolto ; la disfatta non provocava l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in ordine stabile''» (A.Omodeo, op,cit,)
 
La storia dell'umanità dunque è una progressiva rivelazione della Provvidenza divina che di tappa in tappa si dirige verso la meta predisposta da Dio. Esaurito il compito del [[cristianesimo]], chiusasi l'era della [[Rivoluzione francese]] ora occorreva che i popoli prendessero l'iniziativa per «''procedere concordi verso la meta fissata al progresso umano''» (A.Omodeo, op.cit.). Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono attuare la missione che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed educazione del popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzerà attraverso due fasi: Patria e Umanità.
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Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscirono a fuggire a [[Sanza]] dove furono ancora aggrediti dalla popolazione. Perirono in 83.
Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del [[1858]]. Condannati a morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo. I due inglesi, per intervento del loro governo, furono dichiarati fuori causa per "infermità mentale".
Nicotera ,<ref> Fu in seguito liberato da Garibaldi durante l'impresa dei Mille e divenne un importante uomo politico dell'Italia unita.</ref>, gravemente ferito, fu portato in catene a [[Salerno]] dove venne processato e condannato a morte. Anche per lui la pena fu tramutata in ergastolo solo per l'intervento del governo inglese che guardava con crescente preoccupazione la furia repressiva di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]].
 
==== Il senso dell'impresa ====